UNIVERSITÀ & POLITICA

Tanti prof, pochi studenti: Avanzi del dipartimento "fantasma"

Aperto in pompa magna due anni fa, il Disste (Sviluppo sostenibile e transizione ecologica) dell'Università Piemonte orientale si è rivelato un flop. Appena 113 gli iscritti ai tre corsi di studio. Ma il rettore in scadenza non ha intenzione di chiuderlo

Un docente o ricercatore ogni due studenti. Più che un dipartimento, quello per lo Sviluppo sostenibile e la transizione ecologica dell’Università del Piemonte orientale, è un paradosso. Nato nel 2022 sulla spinta del rettore Gian Carlo Avanzi, il Disste non è mai decollato, anzi i dati di quest’anno fotografano un crollo degli iscritti nonostante si occupi di una materia di strettissima attualità. Il sito istituzionale dell’ateneo parla di 230 studenti per 48 tra docenti e ricercatori. In realtà gli universitari iscritti sarebbero decisamente meno. 

I due corsi di studio triennali attivati sono Chimica verde con 36 iscritti a febbraio 2024 (6 in meno rispetto all’anno scorso) e Gestione ambientale e sviluppo sostenibile che conta 47 iscritti, rispetto agli 80 del 2023. Il corso magistrale “Food Health and environnement” ha la bellezza di 30 studenti. Calcolatrice alla mano la somma fa 113 studenti in tutto per una struttura realizzata con gran dispendio di fondi pubblici e che trova sede a Vercelli. Tra i punti di forza indicati sul portale c’è proprio il bassissimo rapporto tra studenti e docenti, indicato in 16 a 1. Probabilmente è decisamente inferiore.

La direttrice è Roberta Lombardi, docente al dipartimento di Giurisprudenza e Scienze politiche economiche e sociali di Alessandria come professore di Diritto amministrativo. Nel 2019 perde le elezioni per diventare direttore dello stesso dipartimento alessandrino (in modo piuttosto netto) contro la professoressa Serena Quattrocolo e tre anni più tardi eccola a capo di un altro dipartimento, appena nato e affidatole direttamente dal rettore con una nomina ad hoc. Anche questa procedura ha fatto alzare qualche sopracciglio in ateneo dal momento che il direttore dovrebbe essere eletto dai docenti e non nominato dal rettore. Soprattutto in un momento delicato come l’attuale in cui “premiare” i fedelissimi – Lombardi ha la delega del rettore per l’Inclusione sociale e la disabilità e per le Pari opportunità – potrebbe non essere opportuno vista l’imminente campagna elettorale per la successione di Avanzi sulla poltrona di Magnifico.

Una cosa è certa: i numeri di questo dipartimento non solo risultano insostenibili e al limite con i valori minimi stabiliti dal Ministero (Mur) e dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) in cui peraltro attualmente siede con carica dirigenziale il professor Menico Rizzi, che pare essere il favorito di Avanzi nella corsa alla sua successione.

Infine, avrebbero destato qualche perplessità anche i curricula di certi docenti del Disste, considerato in ateneo una sorta di refugium peccatorum per professori che arrivano in gran parte da Alessandria. Tra questi, per esempio, spicca un ordinario di Storia moderna, Edoardo Tortarolo, con al seguito un ricercatore dello stesso ambito, oppure di una professoressa di Geografia economico-politica, Stefania Cerutti, anche lei molto legata ad Avanzi, recentemente migrata dal Dipartimento di Economia di Novara, dove insegnava Turismo e Geografia del turismo. Forse proprio per questa sua specializzazione destò stupore quell'affermazione pronunciata durante una lezione da remoto in cui spiega ai suoi studenti che Singapore è in Giappone. C’è, inoltre, un docente di Storia dell’arte moderna, una professoressa di Logica e filosofia della scienza e un ricercatore di Ingegneria sanitaria che almeno lui parrebbe essere al posto giusto, ma che condivide in rete poche pubblicazioni e tiene riservato il suo curriculum, che invece dovrebbe essere accessibile per questioni di trasparenza e verificabilità di dati.

E forse anche per questo anziché incrementare i propri studenti questo dipartimento continua a perderne. Oltre al fatto che, fra gli sbocchi professionali indicati per i laureati c’è quello di tecnico di laboratorio di analisi ambientale oppure di analisi chimiche oppure biologiche, peccato che mancherebbero le strumentazioni e i laboratori necessari per svolgere la pratica. Forse gli studenti dopo aver fatto un giro nelle strutture e nelle aule della sede di questo dipartimento si sono resi conto che di quelle apparecchiature non vi è alcuna traccia?

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