Il Sindaco di Alessandria non è imputato al processo Solvay.

Il direttore e il sindaco inaugurano il nuovo impianto Pfas.

Vergognosa intervista rilasciata al settimanale “Il Piccolo” dal sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, per annunciare che il Comune si presenterà parte civile al prossimo ennesimo processo contro Solvay per disastro ambientale colposo. Quasi si scusa con l’azienda di Spinetta Marengo: “E’ un obbligo, etico, politico, istituzionale”. Non posso proprio esimermi.

E da quel punto di vista, in questo processo, d’altronde, il sindaco dovrebbe comparire come imputato, insieme ai due direttori (ricompensati capri espiatori che poca pena rischiano). Ripetiamo ancora una volta il “capo di accusa” che dovrebbe gravare sulla testa del sindaco.

<< Ad oggi, il sindaco di Alessandria non ha emesso ordinanza di fermata delle produzioni inquinanti dentro e fuori il Comune, come imporrebbe il principio di precauzione alla massima autorità sanitaria locale: infatti gli studi già compiuti dimostrano che nella popolazione c’è una grave sofferenza sanitaria rispetto al resto della provincia e della regione: si muore di più per le molte e note patologie associate a Pfas e altre molecole prodotte dalla Solvay e da questa immesse nell’ambiente da decenni, come provato da ripetute indagini ambientali. A maggior ragione dopo la nostra indagine dell’Università di Liegi che ha dimostrato livelli altissimi di Pfas nel sangue dei lavoratori e dei cittadini.

Dunque il sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria locale, non imponendo -come invece avvenuto nel mondo in analoghe condizioni- l’urgenza che sia fermata la fonte d’esposizione alla popolazione, si consegna all’accusa di omissione di atti di ufficio. Infatti Abonante sa, dalle campagne di analisi dell’Arpa, che su Spinetta Marengo dal cielo piovono 5 microgrammi ogni giorno di Pfas per ogni metro quadrato, e nell’acqua 52 microgrammi per litro di C6O4. Dunque fa solo il gioco della Solvay -che persegue di procrastinare le produzioni secondo i propri profitti- il suo pretestuoso rinvio dell’ordinanza a dopo ulteriori studi epidemiologici per determinare un nesso causa-effetto (Pfas causa di patologie), quando invece il nesso causale è acquisito scientificamente e internazionalmente. Va da sé che sempre maggiori studi saranno utili per individuare cure e per determinare l’entità dei risarcimenti.

Abonante sa e finge di non sapere che l’associazione PFAS/patologie è dimostrata da una mole spaventosa di ricerche esistenti in letteratura scientifica; l’epidemiologia dimostra le associazioni, sui rapporti di causa indaga la tossicologia; i riferimenti di letteratura costituiscono la legge generale, i casi locali la confermano con significatività statistica: lavoratori e cittadini alessandrini esposti hanno una frequenza di patologie maggiore di coloro che non sono esposti a PFAS. Nella scienza una certezza assoluta non esiste ma è altrettanto vero che esiste una altissima probabilità del rapporto di causa fra l’esposizione e PFAS tale da escludere il falso positivo.

Ad oggi, la Regione Piemonte, in complicità con sindaco e azienda, rinvia anzi evita il monitoraggio del sangue a tutta la popolazione, il cui esito suonerebbe come sentenza capitale per Solvay. Queste storiche omissioni di atti di ufficio appaiono tanto più gravi alla luce del drammatico campionamento Pfas del sangue di lavoratori e cittadini che abbiamo nel 2022 commissionato all’Università di Liegi. L’estensione dello screening ematico fornirebbe dati utili ad individuare strategie efficaci di prevenzione e cura ma anche, in sede processuale, fornirebbe ulteriori dati per valutare in solido le responsabilità e i danni di Solvay nei confronti dei lavoratori e dei cittadini. >>

E’ vergognoso che, nell’intervista, don Abbondio Abonante cerchi di nascondersi dietro la Regione (ASL). E quando l’intervistatrice incalza, non ha pudore a rispondere: “Non ho alcun problema a ordinare la chiusura di una produzione, ma…”. Ma che cosa? “Ma ho bisogno che qualcuno mi metta nero su bianco con criteri scientifici che quella produzione è pericolosa”. E bravo lo struzzo! Non ti basta una letteratura scientifica sterminata? Neppure Philippe Grandjean non ti dice niente? E Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro?  Non li senti sulla coscienza i morti e ammalati delle otto indagini epidemiologiche? E l’evidenza delle analisi ambientali? Tu, che sei la massima autorità sanitaria locale, che hai il potere di esercitare il principio di precauzione, come seppero fare primi cittadini prima di te, tu scarichi il barile a Roma, sul legislatore? Approfitti di una opposizione municipale con la coda di paglia, ti arrampichi sui vetri, lanci la palla in tribuna, e riesumi l’Osservatorio ambientale della Fraschetta, fuori tempo massimo, dopo oltre trenta anni che lo proposi. E dovresti vergognarti anche, piuttosto che chiusure e bonifiche, di proporre a favore del tuo Comune una tassa sulla Solvay per le sue “esternalità negative”: così definisci la catastrofe ecosanitaria di un territorio che ti vede, purtroppo, alla massima carica istituzionale.

Lino Balza